Pubblicazioni

La luce del logos negli abissi del desiderio. Lettura del seminario VI di Jacques Lacan

Cosa sarebbe da intendere esattamente quando un uomo dice a qualcun altro, uomo o donna che sia, io ti desidero? Significa forse: io sono pronto a riconoscere al tuo essere gli stessi miei diritti se non di più, ossia a prevenire tutti i tuoi bisogni, a pensare solo alla tua soddisfazione? In altri termini, significa forse affermare: Signore/a, la tua volontà avrà sempre la precedenza sulla mia? Oppure significherebbe forse: io desidero baciarti, far l’amore

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Studi Lacaniani

Venerato o vituperato, esaltato o denigrato, Lacan rappresenta una figura a tutto tondo, che spicca imponente sullo scorcio del secolo appena tramontato. Che piaccia o no, con Lacan bisogna fare i conti: la cultura, la politica, il sociale e, ovviamente, la psichiatria e la psicoanalisi. Il suo insegnamento, ancora in buona parte inedito, è scrutato con diffidenza e compulsato con curiosità. In ogni caso fa discutere: illumina o divide, appassiona o scandalizza, entusiasma o provoca.

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Amore e altri scritti

L’essere umano fin dai suoi primi vagiti è l’incarnazione vivente di una questione che si ripete assillante: Che cosa vuole l’altro? Tale questione è indirizzata verso il luogo (che finora nella nostra civiltà è stato occupato generalmente da una madre) dal quale comincia a prendere consistenza la funzione dell’Altro, da intendersi come alterità primigenia.

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Scrivere ciò che non si può scrivere. Lettura dei Seminari XVIII e XIX di Jacques Lacan

Poiché al posto delle due essenze (maschile e femminile) troviamo una funzione unica (la funzione fallica), si trova ipso facto abolita la condizione minimale perché si possa instaurare, e quindi scrivere, un rapporto: ovvero la condizione dei due poli che devono essere messi in rapporto. Resta comunque che qualcosa si possa scrivere – e Lacan lo testimonia nel suo sforzo di elaborazione di una scrittura inedita, originale – ma questo qualcosa non è più ovviamente

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Forse tu non pensavi ch’io loïco fossi. Lettera del Seminario XVI di Jacques Lacan

[…] l’ossessivo si riferisce sì al modello hegeliano del signore e del servo ma con questa variante importante: egli non solo non si prende per il signore ma per il servo, ma in aggiunta, da servo, suppone il signore sapere ciò che egli stesso (il servo) vuole.Lo stesso modello possiamo trasferire all’isterica. L’isterica assume come fulcro e riferimento la donna. Ma la donna per l’appunto, come siamo soliti dire con Lacan, non si sa che

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